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Un libro per la scuola dove "per" significa: causa, scopo, passaggio, attraversamento, dove "scuola" riprende le sue profonde radici greche nel significato di gioco, che è un sostantivo molto molto serio e le espande, frugifere, nel senso di palestra di vita. L'autrice raccoglie in questo libro una quantità e qualità di esperienze vissute in varie realtà scolastiche: Sardegna, Veneto, Agro Pontino e, grazie ad una sua peculiare sensibilità, ne analizza acutamente le caratteristiche culturali, sociologiche, antropologiche, politiche, unificandole, e universalizzandole tutte, nel vero protagonista: l'alunno, cui si deve il massimo rispetto e per il quale si fa scuola. Un libro che si legge ben sì con attenzione per la sostanza dell'argomento ma anche con piacere totale grazie ad un altissimo livello di stile, innato nell'Autrice, pur se affinato 'retoricamente', e sempre 'in punta di penna' dalla nobiltà della sua professione. Un libro che insegna molto (e come!), un libro che, negli attuali marosi pericolosi in cui la scuola rischia di naufragare, deve appartenere, di diritto e di dovere (del piacere s'è detto) alle biblioteche...